E’ quindi con grande soddisfazione, ma anche con una buona dose di circospezione, che la portavoce sul provvedimento del gruppo parlamentare Greens/EFA, la svedese Amelia Andersdotter, ha salutato il successo di una lunga battaglia portata avanti dai Verdi, nelle sedi istituzionali e accanto al poderoso movimento che in tutto il mondo, ma soprattutto in Europa, ha manifestato una fortissima opposizione al trattato liberticida, anche con una petizione sottoscritta da 2,8 milioni di persone. “Apprezziamo vivamente l’appoggio di una maggioranza decisiva di parlamentari europei (39 voti a favore, 478 contrari, 165 astenuti) per il respingimento di ACTA – ha dichiarato la parlamentare - è la risposta giusta e democratica alla mobilitazione di massa dei cittadini attraverso l’Europa…non solo la protezione dei dati e la libertà in internet, c’erano in gioco diritti fondamentali, come il libero accesso a medicine vitali. Questo voto rappresenta una pietra miliare per la democrazia europea e per il dibattito politico sulla protezione del copyright nell’era digitale. L’UE deve ora dare inizio ad un dibattito onesto sui diritti di proprietà intellettuale. Un buon inizio sarebbe il riconoscere che non può esserci un approccio unico e rigido alla tutela della proprietà intellettuale, ma che è necessario considerare le differenti sfide in relazione ai differenti settori economici e ai diversi aspetti della proprietà intellettuale, sviluppando soluzioni appropriate per ognuno.”
A questo punto la riforma della normativa UE sul copyright appare davvero necessaria e urgente. Ma attenzione! Bisogna rendere ancora più forte ed consapevole lo scambio tra Parlamento europeo e cittadini/e, organizzazioni della società civile, associazioni e movimenti, che ha prodotto questa grande vittoria. Queste espressioni della società e dei movimenti devono essere protagonisti e direttamente partecipi dei processi e delle decisioni, non solo “rappresentati” nelle competenti istituzioni. Non si tratta solo di creare contrappesi alle potenti lobby del copyright, come pure a quelle dei social network e motori di ricerca, ma di inaugurare nuovi percorsi e pratiche verso una nuova democrazia europea, in un ambito cruciale e strategico.