di Angelo Bonelli
Fin dagli esordi dell'ambientalismo scientifico nei primi anni Ottanta è apparso evidente che introducendo, giustamente, le variabili ambientali all'interno di problemi che fino ad allora avevano trovato soluzioni "semplici" la loro gestione si complicava, sia dal punto di vista economico-manifatturiero, sia sotto al profilo amministrativo. Nel giro di pochi anni apparvero delle evidenze scientifiche che diedero indicazioni precise e soprattutto che cancellavano definitivamente i "confini" dell'inquinamento.
articolo di Alessandro Fulloni per il Corriere.it
Il maxi deposito sotterraneo dovrebbe contenere 3,2 miliardi di metri cubi in una cavità naturale. I Verdi: una follia
MILANO - Cariche da far esplodere badando ad evitare «possibili interferenze o contaminazioni delle falde». La cura di «chiudere i pozzi, riportandoli allo stato precedente, dopo le detonazioni». Rilievi sismici da effettuare «secondo le più moderne tecniche, evitando qualsiasi tipo di disturbo alle popolazioni residenti e alla fauna». Sono gli accertamenti geologici autorizzati dal Governo, in vista della possibile realizzazione di un gigantesco deposito sotterraneo di gas, in un decreto del 17 febbraio e previsti nel sottosuolo dei comuni di «San Felice sul Panaro, Finale Emilia, Camposanto, Medolla, Mirandola e Crevalcore». Proprio quelli che più hanno subito le devastanti conseguenze del terremoto di domenica. Case sbriciolate, capannoni crollati, chiese e monumenti azzerati, migliaia di persone alloggiate in tendopoli e alberghi. Le ispezioni (condotte con perforazioni, sonde, cariche esplosive, costruzione di vasche per la raccolta di acqua, fanghi e detriti) dovrebbero servire ad accertare la «compatibilità ambientale» del progetto di maxi deposito sotterraneo di gas. In sintesi, uno stoccaggio da 3,2 miliardi di metri cubi di metano in una cavità naturale a 2.550-2.800 metri di profondità. Un sistema mai visto in Italia.