Oggi ho controllato sul sito di Repubblica, non c’è niente, né in prima né alla sezione ambiente. Per capirne qualcosa devi andare sul sito dell’Enea e lì trovi un lungo pezzo di Vincenzo Ferrara, che dirige la rivista Eai, e che ci spiega cosa c’è in ballo a Doha: nientemeno che il futuro del protocollo di Kyoto, niente meno che il futuro del clima, niente meno che il futuro di tutti noi e dei nostri figli e nipoti.
Eppure in questi ultimi giorni sono usciti rapporti allarmanti, della Banca mondiale, dell’Agenzia europea per l’ambiente, tutta gente seria ed esperta che dice guai, sono in arrivo guai, se non si fa nulla sono guai. Ma guai grossi. Però la Repubblica nulla. Invece oggi sul Sole parlano di adattamento, che si vede cominciano a nasare il business, grandi opere di bonifica e ripristino del territorio, scavi demolizioni muri e altro per contenere la furia del mare delle pioggie dei fiumi, e reggere per un po’. Ma quanto? Se non si smette di eruttare vagonate di anidride carbonica in aria ogni secondo sono guai. Se Obama non decide di contenere le emissioni americane e Doha chiude senza un impegno gli indiani i cinesi e i brasiliani non faranno nulla per fermare l’ondata di altre 1200 centrali termoelettriche a carbone in arrivo, di cui tre quarti in oriente. Avete cominciato voi, dicono, smettete prima voi e noi forse vi verremo appresso. Una posizione sbagliata? Tattica? Vediamo, vediamo a Doha che succede.
25 novembre 2012
Per approfondire: altreconomia.it, Clima: si passa per Doha