Siamo consapevoli dei risvolti sociali ed occupazionali che la decisione della Magistratura comporta, ma vorremmo ricordare che le prime vittime dei disastri ambientali provocati degli insediamenti industriali sono proprio i lavoratori e le loro famiglie e che per nessun padre di famiglia può essere accettabile un lavoro che va di pari passo con morte e malattie.
Non va inoltre dimenticato che questi inquinanti viaggiano a grandi distanze e potenzialmente raggiungono tutte le citta' d'Italia, per via dell'altezza dei camini dell'Ilva. Se la citta' di Taranto e' stata colpita soprattutto dall'aggressione chimica delle emissioni diffuse e fuggitive, non possiamo che rimarcare il rischio costituito dall'inquinamento a grande distanza, che si e' concretizzato nella contaminazione dei cibi con la diossina, provocando un avvelenamento della catena alimentare e la perdita di posti di lavoro in questi settori produttivi.
Il provvedimento di sequestro degli impianti più inquinanti dell'Ilva e l'arresto di otto alti dirigenti attesta che la lotta dei cittadini per la
legalità non è vana. Esprimiamo profonda gratitudine alla Magistratura e solidarietà e sostegno a tutti i cittadini di Taranto che in questi anni hanno lottato per la difesa della salute.
Riteniamo che nel III millenio non sia più possibile accettare il ricatto fra Salute e Lavoro e che la sacralità della vita, al centro della nostra
campagna, debba essere il principio basilare di ogni scelta economica e produttiva.
Ci auguriamo che nessun passo indietro venga fatto e che l'Ilva non inquini più.
Dott.ssa Patrizia Gentilini
Campagna Nazionale in difesa del Latte
Materno dai contaminanti ambientali
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