Per poter fare il tecnico professionista o amministrativo nel settore dell’edilizia bisogna studiare migliaia di pagine fra decreti, circolari, leggi e direttive europee e norme che oltre la tecnica lasciano intendere anche le responsabilità di cui bisogna farsi
carico e che la deontologia delle professioni prevede. Lo studio geologico non si può commissionare sull’opera ultimata; i calcoli sulle strutture non valgono per il calcestruzzo depotenziato; i dimensionamenti sono relativi alla tipologia dell’opera e all’uso; le faglie non si spostano con un colpo di gomma e un nuovo tratto di matita sulla carta; la validazione di un progetto carente di dettagli preliminari non ha motivo di esistere. L'edilizia italiana è precaria nonostante la struttura legislativa e spesso a pagarne le conseguenze sono i fruitori delle opere: bambini nelle scuole, giovani all’università, operai nelle fabbriche. In molti casi i lavori pubblici sono stati quelli che hanno risposto peggio alle problematiche dinamiche che la natura ci riserva. Il terremoto, l’eruzione, l’ alluvione e lo tsunami sono alcuni dei cosiddetti rischi naturali che i nostri territori si trovano ad affrontare, che non
sempre è facile prevedere nonostante la task force di scienziati e ricercatori.
La politica quindi ha un ruolo fondamentale in "Edilizia Italia" tanto quanto la pianificazione territoriale nello sviluppo sociale ed economico di un comune. Gli amministratori a tutti i livelli dovranno essere umani e dignitosi per la carica che rivestono e i tecnici responsabili e tenaci. Solo un futuro sostenibile voluto da tutti potrà migliorare la situazione. Sono i rischi antropici che possono
essere tenuti sotto controllo come l’inquinamento, i rifiuti, le centrali nucleari; un territorio si può valorizzare sviluppando l’agricoltura e bloccando l’edificabilità, imponendo le ristrutturazioni e migliorando la qualità della vita con la mobilità sostenibile e la fruizione delle aree naturali. Un sistema legislativo reale e obiettivi socio-economici di qualità potranno presto indurci a
parlare di "EdiliziaSostenibileItalia", un'edilizia basata sulla sostenibilità.
Le proposte di "Ecologisti e Reti Civici - Verdi Europei" puntano ad alternative valide e socialmente vantaggiose nel rispetto della vita, del territorio e della natura. Un compito arduo e difficoltoso dovuto agli schemi politici attuali ma di certo vincente e sentito da tutti i componenti il gruppo a cui auguro buon lavoro.
Per approfondire: Solo un breve e non esaustivo elenco di normative vigenti in Italia che trattano di buone pratiche per progettare, eseguire e collaudare le costruzioni di vario genere e tipo. Migliaia di pagine dedicate alla definizione dei requisiti essenziali di resistenza meccanica e stabilità, caratteristiche dei prodotti e dei materiali e più in generale sulla sicurezza strutturale delle opere per l'incolumità dei fruitori e degli operatori.
EdiliziaItalia: norme cogenti e atteggiamenti compiacenti Legge 5 Novembre 1971, N. 1086 - Norme per la disciplina delle opere di conglomerato cementizio armato, normale e precompresso ed a struttura metallica (pubblicata in G.U. 21-12-1971, n. 321); DIR 89/106/CE (CPD)- Relativa al ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri concernenti i prodotti da costruzione; DPR 246/93 Regolamento di attuazione della dir 89/106/CE in materia di materiali per le costruzioni; D.M. 9 gennaio 1996 - Norme tecniche per il calcolo, l'esecuzione ed il collaudo delle strutture in cemento armato, normale e precompresso e per le strutture metalliche; DPR 380/2001 TESTO UNICO PER L'EDILIZIA: principi fondamentali e generali e le disposizioni per la disciplina dell'attività' edilizia; Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 "Norme in materia ambientale"; D.M. 14.01.2008 (NTC 2008) - Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC), Circ. Min. Infrastrutture e trasporti 2 febbraio 2009, n 617 – Istruzioni per l'applicazione delle "Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC 2008).